08
Ottobre
2020
|
14:50
Europe/Amsterdam

Mercedes-Benz 500 E: high-performance e understatement per l’uso quotidiano

Riepilogo
  • 30 anni fa, al Salone dell’Automobile di Parigi, Mercedes-Benz presenta la 500 E
  • Modello di punta sportivo della fortunata vettura del segmento E, serie 124
  • Porsche è partner di progetto per i lavori di sviluppo e montaggio

500 E: è sufficiente pronunciare il nome di questo modello per far brillare gli occhi agli appassionati. Su un totale di oltre due milioni di vetture della serie 124 prodotte, il numero di unità attribuibile alla sola 500 E (compresa la E 500 e la E 60 AMG), appare piuttosto contenuto: solo 10.479 esemplari, ma fascino esercitato da questo modello e unico e si comprende al primo sguardo osservando i dati tecnici: motore otto cilindri a V, cinque litri di cilindrata, potenza 240 kW (326 CV), velocità massima limitata elettronicamente a 250 km/h. Forte di tali valori, nel momento della sua presentazione avvenuta al Salone dell’Automobile di Parigi del 1990, questa berlina si inserisce a pieno titolo nel panorama delle auto sportive più veloci.

A distinguere nettamente la 500 E rispetto alle sue dirette concorrenti fin da subito è però il suo aspetto: una berlina quattro porte nata sotto il segno di sobrietà e minimalismo. Solo i veri intenditori sono in grado di distinguerla immediatamente dalle sue sorelle meno potenti. Una peculiarità che incontra il gusto di appassionati alla ricerca di prestazioni di livello superiore, ma senza ostentazioni. Tanto meglio poi se questo si traduce nel lasciarsi negli specchietti, senza particolare impegno, blasonate auto sportive. Fin dagli esordi, la vettura appare votata ad entrare nell’olimpo delle ‘classiche’: già poco dopo la fine della produzione, la 500 E diventa un esemplare da collezione molto ambito.

La serie costruttiva 124 è sul mercato già da sei anni quando, al Salone dell’Automobile di Parigi dal 4 al 14 ottobre del 1990, Mercedes-Benz 500 E viene presentata in livrea argento brillante. È una Stella discreta e la sua immagine non suscita quindi grande clamore, almeno a prima vista. Osservandola più attentamente però, si colgono highlight quali i parafanghi anteriori e posteriori che sporgono maggiormente verso l’esterno per fare spazio a pneumatici 225/55 R 16. Anche l’assetto ribassato di 23 mm e la grembialatura anteriore modificata, con fendinebbia integrati, si lasciano apprezzare come discrete caratteristiche distintive del modello al vertice della gamma. Tanto più sorprendenti sono quindi per i visitatori del Salone le prestazioni: con il cambio automatico di serie, la vettura raggiunge i 100 km/h in soli 5,9 secondi. Non si fa menzione della velocità massima effettivamente raggiungibile – che viene autolimitata elettronicamente a 250 km/h.

La 500 E deve la sua straordinaria forza di trazione ad un gruppo motore ampiamente collaudato che, nei suoi tratti fondamentali, è stato mutuato dalla 500 SL della serie R 129. Il motore V8 (internamente noto come M 119 è dotato di quattro valvole per cilindro per 4.973 cm3 di cilindrata) si differenzia da quello della 500 SL per un’iniezione di benzina nel condotto d’aspirazione a regolazione elettronica ‘Bosch LH-Jetronic’, con misurazione della massa d’aria a filo caldo, che debutta con Mercedes-Benz. Inoltre il blocco motore è leggermente più basso e ora presenta la stessa altezza della versione dell’M 119 da 4,2 litri. Per far fronte a velocità tanto elevate anche l’impianto frenante è stato derivato dalla serie costruttiva R 129. La regolazione antislittamento ASR impedisce il pattinamento delle ruote motrici in caso di scarsa aderenza su fondo sdrucciolevole. Tra le soluzioni di dettaglio adottate su 500 E figura anche lo spostamento della batteria nel bagagliaio che consente di ottimizzare la ripartizione dei pesi.

Per Mercedes-Benz l’impiego di un potente motore in una classe di vetture della categoria immediatamente inferiore non rappresenta una novità assoluta. Il miglior esempio in tal senso è offerto dall’adozione dell’otto cilindri M 100 (6,3 litri di cilindrata), mutuato dalla berlina di rappresentanza tipo 600 (W 100), nella serie della categoria superiore W 109 degli anni 1966/1967. L’ingegnere collaudatore Erich Waxenberger spiana così la strada alla berlina 300 SEL 6.3 (W 109), una vettura giudicata ancora oggi semplicemente strepitosa. Intorno al 1980, già le prime bozze di progettazione della W 124 prendevano seriamente in considerazione il possibile montaggio di un otto cilindri.

Quando l’idea viene ripresa alla fine degli anni ’80, appare chiara tuttavia la necessità di apportare alcune modifiche all’avancorpo e di riconsiderare il convogliamento dell’aria di raffreddamento. Tuttavia in quegli anni le energie disponibili per i lavori di sviluppo della Casa di Stoccarda vengono assorbite in ampia misura dalla SL della serie 129 e dalla Classe S della serie W 140. Conseguentemente, nel dicembre del 1987 Porsche viene incaricata della progettazione e del collaudo tecnico per la produzione in serie della berlina base W 124 con il motore otto cilindri M 119. Si tratta dello stesso M 119 che, montato sulla Sauber-Mercedes C9 (qui con due turbocompressori) consente a Mercedes-Benz di vincere nell’anno 1989 il Campionato del mondo sport prototipi e la 24 Ore di Le Mans.

Porsche provvede anche al montaggio della 500 E e riceve a tal fine i componenti della carrozzeria dallo stabilimento di Sindelfingen. La carrozzeria viene quindi assemblata da Porsche, quindi verniciata a Sindelfingen e successivamente viene riportata di nuovo a Zuffenhausen. Il montaggio finale con la catena cinematica fornita interamente da Mercedes-Benz è affidato a Porsche, mentre lo stabilimento Mercedes-Benz di Sindelfingen provvede alla consegna ai Clienti e ai partner della distribuzione.

Fino all’aprile del 1995 lasciano le linee 10.479 esemplari di questa berlina high-performance. Nelle statistiche di produzione, la 500 E viene conteggiata insieme alla E 500 (come viene chiamato a partire da giugno del 1993 il modello top di gamma della serie 124, ormai ribattezzata Classe E), oltre che insieme alla E 60 AMG presentata nel 1993. Su quest’ultimo modello, uscito di produzione nel 1995, il motore M 119 vanta 6 litri di cilindrata, grazie alla quale eroga ben 280 kW (381 CV) di pura potenza. Nel 1991, con la 400 E si unisce alla famiglia W 124 un altro modello otto cilindri, 205 kW (279 CV) di potenza. Sebbene susciti un interesse mediatico non paragonabile a quello destato dalla 500 E, in termini di vendite la 400 E/E 420 è nettamente in vantaggio sui modelli più potenti della serie: 22.802 esemplari.

La 500 E costa inizialmente 134.510 DM, più del doppio della 300 E, con una dotazione meno ricca e appena 132 kW (180 CV) di potenza con catalizzatore. Al Salone dell’Automobile di Ginevra del marzo 1994, Mercedes-Benz presenta un modello speciale limitato a 500 vetture, la E 500 Limited: una versione dall’allestimento particolarmente esclusivo, la cui livrea splende nelle verniciature speciali nero zaffiro o argento brillante. Il 1995, anno in cui termina la produzione delle berline della serie 124, è anche l’anno dell’addio alla E 500. La tradizione delle berline sportive, che sanno coniugare i più alti standard di potenza e superiore comfort di viaggio, da quel momento in poi verrà portata avanti dai modelli AMG di Mercedes-Benz.